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di Tarcisio Bullo

Sono trascorsi quarant’anni, ma ho un ricordo nitido della prima uscita del Rugge ai microfoni della RSI per raccontare una partita di calcio: fu a Bellinzona, al Comunale, una sera d’agosto del 1978. Fresco vincitore di un concorso per nuovi radiocronisti, Ruggero Glaus si presentò con una folta barba e una catenella al collo che reggeva una vistosa croce. Più che un radiocronista, la sua figura mi ricordava un po’ quella di un frate. Mi apparve schivo: ricordo che stava sulle sue, forse dovette legittimamente lottare per tenere a bada l’emozione dell’esordio.

Lui al microfono, con la sua voce profonda modellata dall’inseparabile sigaretta, e io alla macchina da scrivere, per anni condividemmo la stessa condizione, quella del collaboratore esterno di una testata giornalistica. Perché Ruggero Glaus, impiegato in uno studio tecnico, alla RSI come professionista ci arrivò dopo anni di gavetta, quando già era un uomo maturo. Ci arrivò grazie alle sue brillanti capacità di raccontare gli eventi sportivi, ad un timbro di voce inconfondibile, ma forse, soprattutto, perché era uno che dietro il microfono sapeva dare il giusto ritmo ai suoi racconti e amava lo sport in maniera smisurata.

Con gli anni i nostri rapporti si intensificarono, imparai a conoscere meglio Rugge e qualche sua passione. Capii allora che il personaggio non aveva nulla a che fare con la figura del frate alla quale lo avevo associato inizialmente. Anzi, ho ricordi di trasferte con lui al seguito della Nazionale o dei club di calcio che proprio non hanno nulla da spartire con un comportamento ascetico: Rugge amava smisuratamente la vita, il buon cibo, era un tipo curioso e si è rivelato un compagno di trasferta gradevole, sempre pronto a divertirsi, ma con moderazione e rispetto.

Gli piaceva il suo lavoro, e in effetti non ha voluto fermarsi anche dopo il pensionamento lavorando un po’ per Teleclub, ma la sua sensibilità a volte gli impediva di gustare appieno una notorietà che presentava anche risvolti negativi, quelli dei commenti che Rugge definiva «sprezzanti» e che faceva davvero fatica ad accettare. Glaus ha commentato con competenza soprattutto calcio, hockey su ghiaccio e ciclismo, ha vissuto Mondiali e Olimpiadi estive e invernali, senza mai riuscire a nascondere l’amore immenso per una squadra, il suo FC Chiasso, del quale sognava un giorno di poter diventare presidente e per il quale ha accettato di ricoprire vari ruoli, che non si sono limitati a quello del responsabile dell’addetto stampa. E vogliamo dimenticare un’altra sua grande passione? Dove cresceva un porcino quasi sempre arrivava il Rugge, pronto a scarpinate che duravano giornate intere, anche in luoghi discosti e lontani. In questo senso, ho il rimorso di non aver risposto ad un suo invito in Alsazia, dove aveva comprato casa, perché lì è sempre stagione di funghi. Perdonami, Rugge.

Il collega Ruggero Glaus, nato a Zurigo il 18 luglio 1946, si è spento lo scorso 19 marzo. Dal 1979, dapprima come collaboratore esterno, quindi come professionista, ha lavorato alla RSI come radiocronista, commentando in particolare calcio, hockey su ghiaccio, ciclismo e sci. Alla famiglia, in particolare alla moglie Rosmarie e ai due figli, tutta l’ATGS esprime simpatia e condoglianze.

 

L’assemblea generale ordinaria della nostra Associazione avrà luogo quest’anno a Bellinzona, presso l’Auditorium di BancaStato, venerdì 29 marzo prossimo alle ore 18.30.
Dopo numerose riflessioni, il comitato ha deciso di provare a spostare il giorno dell’assemblea dal sabato al venerdì, ritenuto che i colleghi professionisti sono impegnati praticamente sette giorni su sette sul fronte lavorativo e chi lavora il sabato sera è comprensibilmente poco desideroso di rispondere ad una convocazione la mattina dello stesso giorno.
Inoltre la proposta di un’assemblea “light”, senza la coda di un pranzo o di una cena, ma ricca di un aperitivo goloso, durante il quale intrattenersi con i colleghi senza l’obbligo di dover rispettare un susseguirsi di portate sino al dessert e al caffé, è stata gradita dalla maggior parte dei partecipanti alla passata edizione ed era da ripetere.

Venerdì 29 marzo non presenta una serata carica di avvenimenti sportivi: in particolare, hockey e calcio sono concentrati il sabato e la domenica, di conseguenza ci sono le premesse per favorire una buona partecipazione dei soci.

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Il Video Assistant Referee, conosciuto da tutti con la sigla VAR, introdotto in tempi molto recenti nel calcio e tra i protagonisti del Mondiale russo della scorsa estate, continua a far discutere.

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ATGS versa 3 mila franchi all’associazione solidarietà e operatori dei media in favore degli ex-dipendenti del giornale del popolo

Conformemente alla promessa formulata lo scorso mese di maggio, l’Associazione Ticinese dei Giornalisti Sportivi (ATGS) e per essa il suo comitato, ha deciso lo stanziamento di un contributo di solidarietà in favore degli ex-dipendenti del Giornale del Popolo, duramente toccati dalla chiusura del giornale della Curia.

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L’Associazione Ticinese dei Giornalisti Sportivi (ATGS) si rinnova nel segno della continuità. È quanto emerso sabato nel corso dell’assemblea generale ordinaria dell’Associazione, che ha confermato per un ulteriore biennio Tarcisio Bullo alla presidenza.

Grande successo per la serata finale dell’edizione 2017 del concorso “Miglior Sportivo Ticinese dell’anno”, che si è svolta al Palazzo dei Congressi di Lugano davanti ad un folto pubblico e tanti sportivi. Il verdetto finale del pubblico e della giuria neutrale ha decretato l’atleta Ajla Del Ponte quale miglior sportiva ticinese dell’anno per il secondo anno consecutivo.

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Si è concluso a Gentilino il corso di formazione organizzato per la prima volta in Ticino dalla nostra Associazione.

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