Anche la grande famiglia ATGS piange Renato Carettoni

Figura di spicco del basket ticinese e nazionale, a soli 72 anni ci ha lasciati Renato Carettoni. Non abbiamo molto da aggiungere a quanto già riportato dai vari media ticinesi sui suoi meriti e sulla sua carriera. È stato l’anima della SAM Massagno, che ha condotto dai palcoscenici minori sino all’élite rossocrociata, aveva una passione smisurata per il basket e una competenza eccezionale, che gli ha permesso di diventare anche l’allenatore della Nazionale.

A me piace ricordarlo però nelle sue vesti di commentatore, quelle che gli hanno consentito di staccare il tesserino di giornalista, diventando socio della nostra Associazione. Renato non raccontava mai cose banali, “vedeva” il gioco, lo capiva più di chiunque altro e sapeva trasmettere questo suo sapere al pubblico, sia quello della RSI (è stato varie volte commentatore tecnico) sia a quello del Corriere del Ticino.

Mi piace mettere in evidenza una caratteristica insospettabile del suo carattere: in panchina Renato era focoso, irruente, come ha sottolineato qualcuno era capace di iniziare la partita in giacca e cravatta e finirla in canottiera.
Lontano dalle palestre io ho sempre incontrato un uomo dalla grande umanità, docile e rispettoso. Non era certamente contento quando, finita l’era del boom (del basket e dell’economia…) ho dovuto personalmente frenare le sue velleità di scrivere di basket sul Corriere del Ticino, riducendo il numero dei suoi interventi.
Si capiva che stava male, che avrebbe voluto di più, ma ha sempre accettato con grande serenità le decisioni che derivavano dai continui tagli ai budget destinati alle collaborazioni.

“Tarciis, però l’Enbiei tem la lasa ammò…” mi diceva al telefono chiedondomi la lettera di accompagnamento per la richiesta dell’accredito alle finali. E puntualmente ogni anno per le finali lui partiva in America e firmava i suoi reportages.
“Mi ta mandi i pezzi, l’italiann se ghé bisognn metal a posct ti” diceva. Ma non era quasi mai necessario ritoccare la sua produzione: Renato prima di dedicarsi al basket era stato docente di scuola elementare, la grammatica e la sintassi le conosceva, così come conosceva e apprezzava il mondo dell’enogastronomia.

Anche nella vita della nostra Associazione non mancava mai di dare il suo contributo, sotto forma di una partecipazione costante ai nostri appuntamenti, di un incoraggiamento ad andare avanti, nonostante il disinteresse crescente.

Grazie dunque Renato per la tua simpatia, per il rispetto, per un rapporto sempre cordiale. Fa buon viaggio, ci mancherai!

Tarcisio Bullo