Un altro lutto nella famiglia ATGS: si è spento Maurizio Urech

Il collega Marco Maffioletti ricorda Maurizio Urech che ci ha purtroppo lasciati alcuni giorni or sono dopo una breve malattia.

 

“È morto Maurizio Urech”. Il messaggio che arriva sul mio cellulare è di quelli che lasciano incredulità e smarrimento. Non sono il solo: quando condivido la notizia con i colleghi svizzero tedeschi presenti alla Bossard Arena di Zugo, tutti restano sbigottiti.
Perché Maurizio era conosciuto in tutta la Svizzera ed era anche una sorta di ponte di collegamento tra il Ticino e la Svizzera tedesca. Una malattia fulminea se lo è portato via a soli 65 anni proprio nel suo momento preferito dell’anno, quello dei playoff, con il suo amatissimo Lugano impegnato nell’ennesima battaglia. Maurizio faceva parte dell’inventario alla Cornèr Arena, ne conosceva ogni angolo, ogni ragnatela e seguiva praticamente quotidianamente le vicende del club bianconero. Da oltre due decenni collaborava con testate di oltre Gottardo, come ad esempio il “Blick” oppure con il portale “Hockeyfans”, mentre in Ticino collaborava tra gli altri con il quotidiano “laRegione”.
Arrivato al giornalismo dal settore bancario, il nativo argoviese era anche un habitué dei Mondiali di hockey. Per questioni di budget non si recava mai in hotel costosi o sfarzosi, ma con umiltà si accontentava di qualche appartamento low-cost, a volte condiviso con qualche collega, non aveva bisogno del lusso o di ampi spazi. Era uno stakanovista, praticamente sempre in sala stampa, dalle 10 del mattino sino al termine dell’ultimo incontro, il più delle volte con le sue cuffiette all’orecchio (amava tanto la musica) e circondato dalle sue adorate gazzose. Non si perdeva mai un match, nemmeno il Kazakistan-Italia di turno a un orario poco consono. Spesso non si recava nemmeno a pranzo, preferiva mangiare qualche snack in sala stampa. A Maurizio non piaceva apparire, non aveva manie di protagonismo, era d’indole molto calma, cordiale, rispettoso di tutti e dotato di un fine senso dell’umorismo. Non si arrabbiava mai, non lo si vedeva mai alzare la voce. Trascorreva le notti a casa in quel di Mendrisio a seguire la NHL. Il suo amore non si limitava però solo all’hockey, seguiva lo sport a 360 gradi ed era pure una presenza fissa a Cornaredo. Il calcio (e il fantacalcio) erano un’altra parte integrante della sua vita. Ogni tanto si divertiva a tirarmi in giro a causa dei risultati poco edificanti del mio Losanna. Tanti anche gli aneddoti del passato, Maurizio amava raccontare della sua gioventù, quando da bambino si recava al vecchio Scharten a vedere il Baden oppure al Brügglifeld a seguire l’Aarau. Tra sei settimane avrebbe ovviamente presenziato ai Mondiali di Praga, purtroppo il destino ha deciso altrimenti. Il suo posto rimarrà tristemente vuoto. Farà strano entrare in sala stampa e non vederlo lì con le sue gazzose, sarà triste, ma il suo ricordo ci accompagnerà per sempre.
Ciao Mauri!

Marco Maffioletti